Pelli difficili e dermatiti ora si curano con l’acqua di carta

Dalla crisi della carta e quindi della cartiera è nata una nuova opportunità: l’applicazione dell’idrolizzato di cellulosa in ambito cosmetico e dermatologico. Il progetto “Acqua di Carta” ha trasformato un patrimonio secolare in una risorsa per il benessere della pelle.

Fabriano, sabato 1° marzo 2025 – Si apre una nuova era per la carta. E parte dall’idrolizzato di cellulosa, ottenuto attraverso processi di idrolisi enzimatica, e che si è rivelato un ingrediente di valore nei cosmetici per le sue proprietà filmogene, idratanti e protettive. La ricerca su questo componente chiave nella produzione della carta è nata anche da una necessità sociale e territoriale: da quando a Fabriano è stata chiusa l’azienda Giano, all’interno della cartiera più famosa d’Italia, medici, studiosi e imprenditori non si sono dati per vinti, e hanno iniziato un percorso per far ‘rinascere’ la carta sotto altre forme. Tutto questo è avvenuto partendo da una componente essenziale della carta, l’idrolizzato di cellulosa, la cosiddetta ‘acqua di carta’. Questo estratto bioattivo derivato dalla cellulosa, che ha dimostrato un forte potenziale idratante e riequilibrante del microbioma cutaneo. Oltre a essere in grado di creare una barriera protettiva sulla pelle, favorendone l’idratazione e migliorandone la resistenza, questo composto e prodotti correlati sono stati presenti oggi in anteprima ai media presso la SPA del resort “Il Marchese del Grillo” alla presenza di medici ed esperti della carta.

“Dati di letteratura riportano come l’idrolizzato di cellulosa possa creare una barriera protettiva sulla pelle, favorendo l’idratazione e migliorando la resistenza cutanea – spiega Roberta Censi, docente e ricercatrice della Scuola del Farmaco e dei Prodotti della Salute, Università di Camerino –. Questo ingrediente, oltre ad avere un’azione emolliente, è certamente utile nel trattamento di pelli secche e irritate, grazie alla sua capacità di trattenere l’umidità e ripristinare il film idrolipidico cutaneo. Ulteriori studi, che stanno per partire, potranno approfondire lo studio della molecola e confermare la sua efficacia in ambito cosmetico, estetico e dermatologico, anche per il trattamento di condizioni come la dermatite atopica. L’uso continuativo dell’idrolizzato di cellulosa può migliorare significativamente anche la texture della pelle, rendendola più liscia e uniforme, e proteggendola dagli agenti esterni come smog e cambi di temperatura”.

“Le prime applicazioni hanno confermato che la cellulosa di cotone idratata può avere effetti benefici sulla pelle, con una sensazione di levigatezza e benessere percepita immediatamente – ha aggiunto Piero Guidarellimedico chirurgo e Presidente dell’Accademia Chirurgica Durante Scacchi –. Dopo trattamenti con maschere o impacchi a base di idrolizzato di cellulosa, la pelle appare più elastica e tonica. In prospettiva, potremo integrare questo principio attivo in protocolli di medicina estetica e dermatologica per potenziarne gli effetti rigeneranti e anti-infiammatori. Siamo solo agli inizi della ricerca, ma i risultati preliminari mostrano un miglioramento dell’idratazione cutanea fino al 30% e una riduzione della sensibilità della pelle agli agenti irritanti. Il nostro obiettivo è sviluppare trattamenti mirati per pelli particolarmente sensibili e per condizioni dermatologiche specifiche come rosacea e dermatiti”.

“Questa iniziativa dimostra come la carta possa evolversi oltre la sua funzione tradizionale, aprendo nuove prospettive di utilizzo – ha raccontato Sandro Tiberimastro cartaio e storico della Carta di Fabriano –. Per secoli, la carta ha rappresentato un mezzo di trasmissione del sapere; oggi, con l’, diventa anche un alleato per la cura del corpo. Questo progetto è una testimonianza di come il nostro patrimonio artigianale possa trasformarsi in un’innovazione contemporanea. La nostra esperienza secolare nella lavorazione della cellulosa ci permette di sviluppare nuove applicazioni con la stessa cura e attenzione al dettaglio che da sempre caratterizzano le produzioni cartarie di Fabriano. È emozionante vedere come la tradizione possa incontrare la scienza per dare vita a qualcosa di completamente nuovo”.

Un nuovo futuro per Fabriano

Questo progetto rappresenta una svolta per il territorio di Fabriano, dimostrando come l’innovazione possa trasformare una crisi industriale in una nuova prospettiva di sviluppo. “Abbiamo dimostrato che la carta può essere molto più di un semplice supporto per la scrittura: può diventare un elemento chiave per il benessere e la cura della pelle – ha concluso Mario D’Alesioideatore e promotore del progetto Acqua di Carta –. L’acqua di carta è una risorsa naturale che può integrarsi perfettamente in formulazioni cosmetiche sostenibili, con un impatto positivo sia per i consumatori che per l’ambiente. Siamo solo all’inizio di un percorso che potrebbe rivoluzionare il modo in cui concepiamo la carta e le sue applicazioni, e anche il modo in cui questo territorio può recuperare il prezioso valore dei componenti che finora erano stati utilizzati per usi diversi. Il nostro obiettivo è collaborare con istituti di ricerca e aziende del settore cosmetico per esplorare tutte le potenzialità di questa innovazione, affinando processi e formulazioni in modo che possano beneficiare il maggior numero di persone possibile. Il valore aggiunto di questa scoperta è che si tratta di un ingrediente completamente naturale, biodegradabile e rispettoso dell’ambiente, rendendolo perfettamente in linea con le esigenze di un mercato sempre più orientato alla sostenibilità.”

La Cartiera e il territorio

La chiusura della Giano, parte delle storiche Cartiere di Fabriano, rappresenta un duro colpo per l’economia locale. La decisione, annunciata dal gruppo Fedrigoni, ha portato alla cessazione delle attività produttive a partire dal 1° gennaio 2025, coinvolgendo direttamente 195 dipendenti, tra operai e impiegati, distribuiti tra lo stabilimento di Fabriano e l’unità di trasformazione di Rocchetta.  Questa chiusura non solo ha un impatto immediato sull’occupazione, ma mina anche un settore che per secoli ha rappresentato il fulcro dell’identità economica e culturale della città. La produzione cartaria, avviata nel XIII secolo, ha reso Fabriano un centro di eccellenza riconosciuto a livello mondiale.  La perdita di 195 posti di lavoro in una comunità di circa 30.000 abitanti rappresenta una significativa riduzione della forza lavoro locale, con potenziali effetti a catena su altre attività economiche e sul tessuto sociale della zona. Inoltre, la chiusura della cartiera ha comportato una perdita economica stimata in 2,9 milioni di euro nell’ultimo anno di attività, aggravando ulteriormente la situazione finanziaria del territorio. Questo scenario evidenzia l’urgenza di iniziative come il progetto “Acqua di Carta”, che mirano a riconvertire le competenze e le risorse locali verso nuovi settori, offrendo opportunità di sviluppo e mitigando gli effetti negativi della crisi industriale in corso.

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